La stipsi o stitichezza può essere definita come una difficoltosa e/o infrequente evacuazione, spesso associata alla sensazione dell’incompleto svuotamento dell’intestino.
Molte persone si ritengono stitiche perché non evacuano regolarmente ogni giorno ma la realtà è che la regolarità intestinale varia da persona a persona e la normale frequenza defecatoria può andare da 3 scariche al giorno a 3 scariche alla settimana, a patto però che non vi siano fastidi aggiuntivi come:
- sensazione di svuotamento incompleto dell’intestino;
- tensione e/o gonfiore addominale.
La stipsi può inoltre rappresentare essere:
- transitoria, perché legata a fattori psicologici come quando si va in vacanza e si cambia il modo di mangiare e/o ci si trova in un ambiente poco familiare, oppure può essere dovuta a interventi chirurgici, è frequente nelle donne durante la gravidanza, e, ancora, può essere legata a cattive abitudini alimentari e/o comportamentali (bere poco, muoversi poco, mangiare poche fibre);
- cronica, quando persiste da più di 6 mesi, e può essere legata a disfunzioni motorie intestinali o anorettali come nel caso della diverticolosi, malattie croniche infiammatorie intestinali, diabete e anche alcune malattie neurologiche si associano a questo disturbo. Infine, farmaci come antidepressivi, antiacidi, analgesici, anticolinergici possono rallentare il transito intestinale rendendo più difficoltosa l’evacuazione.
Anche una disfunzione a carico della muscolatura del pavimento pelvico come l‘ipotonia muscolare, il mancato rilasciamento della fionda del muscolo pubo-rettale e/o l’inversione di comando (ovvero stringere anziché spingere) possono essere alla base di una difficoltà a mantenere una certa regolarità intestinale.
Fermo restando che è importante fare una corretta valutazione delle cause organiche o funzionali della stipsi, i metodi per risolvere o attenuare questo disturbo (salvo la presenza di patologie che richiedono un certo tipo di intervento come nel caso di malattie neurologiche croniche a carico dell’intestino di cui ho accennato poco sopra) soprattutto se siamo di fronte ad una stipsi transitoria o legata a disfunzioni del pavimento pelvico, comprendono:
- rieducazione del pavimento pelvico
- correggere abitudini alimentari poco corrette, ovvero – bere in modo adeguato, dieta variegata ricca di fibre, ed integrare se necessario con prodotti possibilmente naturali
- correggere abitudini comportamentali scorretti, ovvero, cercare di muoversi di più durante il giorno, rispettare il bisogno di andare in bagno ad evacuare quando si presenta lo stimolo senza rimandare.
SINDROME DA DEFECAZIONE OSTRUITA
La sindrome da defecazione ostruita è l’impossibilità o eccessiva difficoltà ad espellere le feci con sensazione di incompleto svuotamento per la presenza/sensazione di un ostacolo a livello anale.
Questi sintomi sono però aspecifici perché possono essere ricondotti anche ad altre disfunzioni organiche e funzionale dell’intestino come, per esempio, nel caso della stipsi cronica e sindrome dell’intestino irritabile, tanto per citare qualcosa
All’origine di questa sindrome possiamo avere sia cause organiche che funzionali, non così diverse dalle stesse cause responsabili della comparsa di stipsi.
Troviamo infatti:
- dissinergia del pavimento pelvico, ovvero, quando il muscolo pubo rettale (che è una componente del muscolo elevatore dell’ano) si contrae anziché rilassarsi durante la fase di ponzamento (spinta) si verifica un ostacolo meccanico alla fuoriuscita delle feci proprio perché il canale anale tende a chiudersi;
- tutte le patologie, benigne e non, che si formano nel canale anale e nel retto e che costituiscono un ostacolo meccanico all’emissione di feci come, per esempio, il prolasso emorroidario, la ragade anale o la stenosi anale che sono le malattie più frequenti che determinano tale situazione.
- prolasso mucoso del retto
- rettocele
- sindrome del perineo discendente
- altro
Per quanto riguarda il trattamento della sindrome da defecazione ostruita (SDO), abbiamo:
- trattamento riabilitativo che, oltre alle tecniche classiche della riabilitazione può prevedere la riabilitazione volumetrica.
- terapia chirurgica